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Tuttavia, altre azioni meno comuni, come gli incubatori interni e gli acceleratori d'impresa, potrebbero
avere un impatto maggiore non solo in termini di sforzo, ma anche di risultati. Un ulteriore passo è quello
relativo alla creazione di veri e propri Corporate Venture Capital.
Un altro approccio abbastanza utilizzato è l'emissione di bandi di idee, challenge e contest. Queste
iniziative mirano a raccogliere, in un ambiente competitivo, idee nuove e innovative incentrate su temi
specifici che l'azienda che le lancia potrebbe essere disposta o pensare di avviare o
implementare/sviluppare. Alcune di queste attività potrebbero anche trasformarsi in veri e propri eventi,
spettacoli e festival, in cui le competizioni che coinvolgono aspiranti sviluppatori esterni all'azienda
vengono inserite in una sorta di vetrina e la challenge ed il contest stesso diventano un evento.
Altre possibilità, piuttosto complesse, potrebbero prevedere joint venture: in questo accordo due o più
aziende si impegnano a collaborare a un progetto comune (sia esso industriale o commerciale) e/o
concordano di sfruttare congiuntamente le loro sinergie, il loro know-how o il loro capitale. Un altro modo
di fare Open Innovation potrebbe essere la concessione in licenza di prodotti propri, trasferendo così a
un'altra parte, da parte dell'autore o del titolare di un diritto, di utilizzare il prodotto o la tecnologia,
traendone benefici economici, come ad esempio la produzione su licenza. Infine, una linea di
implementazione molto interessante può essere il modello di business a piattaforma che crea valore
facilitando lo scambio tra due o più gruppi interdipendenti, solitamente consumatori e produttori,
attraverso l'uso di determinate piattaforme che facilitano l'interazione.
Secondo i focus group la start-up sembra essere lo strumento migliore per lo sviluppo dell'Open
Innovation, considerata come una de-compartimentazione del processo di innovazione dell'azienda,
attraverso l'apertura di alcune o tutte le fasi del suo processo di innovazione ad altri dipartimenti aziendali
o addirittura ad altre aziende (fornitori, clienti o altri partner). L'utilizzo di risorse e competenze esterne
per favorire il progresso tecnologico è infatti la caratteristica principale del modello delle start-up, che
rappresenta la forza motrice ideale per mettere in pratica il paradigma dell'Open Innovation.
Sono molte le aziende europee interessate a collaborare con le start-up come fonte alternativa per lo
sviluppo dell'innovazione digitale. L'Open Innovation prende quindi la forma di diversi tipi di
collaborazione che possono variare per durata e valore strategico. La collaborazione con una o più start-
up può portare a diversi e numerosi vantaggi (sia economici che strategici) per ciascuna delle parti.
L'adozione del paradigma dell'Open Innovation riduce i principali rischi di produrre innovazione in casa
(costi elevati, tempi di attesa prima di andare sul mercato) e offre la possibilità di accedere a tecnologie e
competenze esterne.
Una volta valutate queste caratteristiche principali e il loro significato, è stato opportuno valutare nei
focus group se, secondo i partecipanti, le aziende del proprio Paese/regione possiedono tutte le risorse e
le competenze necessarie per tradurre in pratica il modello dell'Open Innovation.
Secondo le risposte, i feedback e le impressioni raccolte durante i focus group, se molte grandi aziende
hanno già adottato approcci di Open Innovation, con modalità e livelli di consapevolezza diversi, le PMI
sono ancora poco consapevoli delle possibilità derivanti dall'adozione dell'Open Innovation e il modello
stenta ancora a decollare e, anche se partono, molte iniziative sono ancora intraprese senza una reale
OPEN4U: intrOducing Practices in opEn innovatioN 4U - project number 2022-1-IT01-KA220-VET-000085295
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